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START-UP Lucilla La Puma bisogno di un contatto fisico e con una risoluzione inferiore al micrometro (più di tre ordini di gran- dezza inferiore al millimetro)”. È stato complesso l’iter per costituire la start-up? “ È un processo che richiede molta pazienza” tiene a sottolineare Riccardo Magno. “La formazione di un team competente, l’elaborazione di un business plan, l’iter legale e burocratico per costituire e gestire la società, o ancora la scrittura di una domanda di brevetto sono tutte cose che non si imparano a scuola. Ogni giorno c’è una nuova sfida imprevista da affrontare o un problema da risolvere, ci vuole appunto ‘elasticità’ mentale e una buona dose di pragmatismo”. Quali progressi consentirebbe e in quale ambito di applicazione? “Una volta completato lo sviluppo” ci spiega Antonacci “i nostri dispositivi avranno un impatto immediato nel mondo della ricerca: i ricercatori di tutto il mondo hanno bisogno di misurare le proprietà meccaniche in diversi ambiti scientifici, dalla chimica alle scienze dei materiali e della vita. Ad esempio, grazie all’altissima risoluzione dei nostri spettrometri si potrà conoscere meglio il comportamento delle cellule e delle loro strutture interne in base all’ambiente che le circonda. Abbiamo avuto modo di parlare con oltre 20 gruppi di ricerca nel mondo e siamo stati felici di constatare come ci sia grande attesa per uno strumento con le nostre capacità. Nel lungo termine, la nostra tecnologia potrà addirittura con- sentire la diagnosi precoce e quantitativa di malattie legate all’età come il cancro, l’arteriosclerosi e il cheratocono, in cui il cambiamento delle proprietà meccaniche è riconosciuto come uno dei precursori di queste malattie”. Le prospettive e i progetti? Cosa vi aspettate per il prossimo futuro? “L’interesse, in ambito di ricerca biomedica, per una più accurata comprensione delle proprietà elastiche nei processi biologici cresce ogni anno. Con Specto vogliamo contribuire a questo processomettendo a disposizione una nuova tecnologia che potrà finalmente permettere di studiare sistemi biologici che fino a oggi non sono possibili a causa dell’invasività delle tecniche esistenti”. L’applicazione o le applicazioni che ne conseguono? “Le applicazioni che ne seguiranno saranno innumerevoli, dalla diagnosi precoce delle malattie legate all’invecchiamento, alla caratterizzazione delle proprietà cellulari in risposta alla somministrazione di nuovi farmaci. In questo senso abbiamo le idee molto chiare” conclude Antonacci “ma per ora vogliamo rimanere con i piedi per terra e con- centrarci sulle attività di ricerca e sviluppo dei nostri dispositivi che ci terranno impegnati ancora per qualche anno”. • a realtà Specto ( http://spectophotonics.com/ ) nasce dal connubio tra la ricerca pura e le strategie di un mercato sempre più esigente e sempre più performante per applicazione, metodo e risorse tecnologiche. Abbiamo in- contrato il CEO Giuseppe Antonacci e il co- founder Riccardo Magno. La vostra idea da quale esigenza nasce? “La nostra idea, ci racconta Giuseppe Anto- nacci, nasce da un’intuizione: le proprietà cosiddette meccaniche della materia, come la rigidità o la viscosità, sono alla base di pro- cessi biologici molto importanti, e particolar- mente rilevanti nell’insorgenza di malattie cardiovascolari e neurodegenerative come l’arteriosclerosi e la SLA. Ad oggi, l’unico modo per misurare queste proprietà è attra- verso processi molto invasivi che necessitano di un contatto fisico con il campione analiz- zato. Specto supera questo limite attraverso lo sviluppo di spettrometri di nuova genera- zione realizzati attraverso dei chip fotonici in grado di rilevare otticamente le proprietà elastiche della materia, quindi senza alcun L NOVEMBRE-DICEMBRE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 434 113 Specto: spettrometri di nuova generazione

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