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AUTOMAZIONE OGGI 434 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 77 S SI cloud del cloud pubblico anche all’interno dei data center on premise. Ad esempio, riunendo un gran numero di normali server e connet- tendoli in modo uniforme con una rete ad alta velocità, qualunque software può girare su qualsiasi server o insieme di server. Tale fun- gibilità delle risorse offre la flessibilità necessaria per affrontare l’e- voluzione della domanda di workload. Aggiungendo automazione closed loop, la consistenza operativa risultante garantisce affidabi- lità e velocità senza compromessi. Delivery closed loop L’automazione sotto forma di closed loop implica che la rete abbia consapevolezza di come dovrebbe operare, può autoanalizzarsi per validare le operazioni e ha l’intelligenza per avviare interventi rapidi, in modo che quando si verifica un problema la rete può tornare in tempi brevi al normale funzionamento. La più recente tecnologia per l’automazione closed loop inizia con il ‘business intent’. In questo modo, gli operatori devono solo spe- cificare i servizi desiderati e un sistema di gestione intent based si occupa di tutti i dettagli di configurazione della rete. Con l’intent based networking gli operatori non devono più configurare la rete dispositivo per dispositivo con il rischio di introdurre errori o tra- scurare dettagli importanti. Lo stesso sistema di gestione poi valida che la rete lavori secondo l’intento stabilito e la monitori per evitare problemi, dai cali di tensione ai malfunzionamenti di cui è difficile individuare la causa. In caso di problemi, i più potenti tra questi si- stemi dispongono di una tecnologia conosciuta come knowledge graph, che permette di identificare rapidamente la causa principale di un problema e i passi da compiere per risolverlo rapidamente. In questo modo, il sistema distribuisce l’automazione per ogni fase del ciclo di vita della rete: dalla progettazione, spesso definita Day 0, al deployment, spesso definito Day 1, fino alle operation con la rete a regime (Day 2 e oltre). Qui sta la differenza con molti tool di automazione tradizionali, che automatizzano solo il set up del Day 1, con vantaggi trascurabili per tutte le centinaia di giorni a venire. Legando l’operatività quotidiana della rete con il suo design intent, l’automazione closed loop consente tempi di riparazione più brevi e, di conseguenza, un maggiore uptime. Tramite i workflow auto- matizzati, lo stesso framework può supportare un change mana- gement più veloce, coerente, compliant e autodocumentato per la distribuzione di nuovi servizi. Una guida esperta Tra le responsabilità dell’IT c’è la scelta tra le tecnologie cloud più nuove e on premise al fine di garantire visibilità, disponibilità, sicu- rezza e agilità per il digital business. Le organizzazioni hanno un IT complesso perché hanno necessità complesse. Un approccio ibrido o multicloud può comportare decisioni e scelte difficili; si- curamente, per venirne a capo servono degli esperti. Se paghiamo per molteplici servizi di cloud pubblico, come possiamo sapere con sicurezza quale funzione sia più adatta a ciascun cloud? Cosa è me- glio trattenere in casa? Quali sono i costi di tutto l’insieme? Come determinare il valore generato? Come garantire un’esperienza otti- male all’utente? Nell’interregno tra modello privato e pubblico sarà possibile realizzare le efficienze desiderate? E, in ultima analisi, in che misura abbiamo il controllo, siamo completamente protetti, le- galmente compliant e future-proofed? Se lavoriamo con un cloud ibrido allora dovremo tracciare una linea tra ciò che è core e ciò che è periferico. Sebbene molte organiz- zazioni multinazionali come le banche stiano iniziando a spostare applicazioni essenziali nel cloud, esiste ancora per molti un rischio percepito a procedere in questo modo. Il cloud propone i giusti SLA? Come influisce questo sui costi? E si dibatte anche su cosa que- sti cambiamenti significhino in termini di competenze necessarie per gestire le soluzioni ibride risultanti. Ciò significa iniziare a pensare oltre il tradizionale modello data cen- ter per la rete e trovare il giusto equilibrio tra le diverse opzioni. A prescindere dalle opzioni, c’è un tema in comune tra on premise e cloud: l’automazione per fare funzionare i servizi. Dalla fase ini- ziale di progettazione e deployment fino all’operatività quotidiana e all’assicurazione del livello di servizio, si tratta di gestire le com- plessità di cui abbiamo discusso finora come una singola entità, consegnando all’azienda una vista completa di ciò che avviene quo- tidianamente nel suo digital business. Juniper Networks - www.juniper.net Cathy Gadecki, senior director Data Centre, Juniper Networks

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