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AUTOMAZIONE OGGI 435 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 71 S SI sotto la lente Dietro tuttoc’è l’uomo È difficile che i numeri mentano. L’Osservatorio Transizione Industria 4.0 della School of Manage- ment del Politecnico di Milano ha presentato nel corso del convegno online ‘L’Industria 4.0 in un mondo che cambia’ i risultati della sua annuale ricerca. In sintesi parliamo di un mercato che nel 2020 raggiungeva un valore di 4,1miliardi di euro (+8% rispetto all’anno precedente) e che prevede per il 2021 un’ulteriore accelerazione della spesa, a un tasso compreso fra +12% e +15%, che por- terebbe superare i 4,5 miliardi di euro. In questo mercato operano grandi, medie e pic- cole imprese, tutte impegnate a raggiungere l’obiettivo della crescita costante anche in ter- mini qualitativi. Sono le nuove tecnologie lo strumento che ten- denzialmente portano all’eccellenza. In qualche modo la pandemia ha prima fatto sedimentare nell’imprenditoria la necessità del cambiamento in senso digitale e poi ha accelerato il processo di acquisizione di quelle tecnologie digitali e di automazione che contribuiscono al cambio di passo dell’industria manifatturiera. Marco Taisch, responsabile scientifico dell’Os- servatorio Transizione Industria 4.0 ha affer- mato durante il convegno sopra citato che “L’emergenza non ha arrestato la crescita dell’Industria 4.0, a conferma del fatto che non è stata una moda passeggera ma una proget- tualità che sta rinnovando il settore industriale italiano in modo persistente. Le iniziative più semplici sono ormai conosciute e consolidate, con almeno un progetto attivato nel 75% delle imprese manifatturiere. Per avviare progetti di digitalizzazione pervasivi, multi-tecnologici e basati sul cloud e su reti innovative, sarà neces- saria una visione di lungo termine, il coraggio di sperimentare nuove applicazioni per le nuove sfide che si sono venute a creare e un forte in- vestimento nelle competenze 4.0”. Ecco la parolina magica: le competenze. Quelle che non si acquistano, bisogna costruirle, biso- gna svilupparle. Questa in realtà rappresenta la vera sfida del mondo imprenditoriale. Non si tratta soltanto di acquisire tecnologie avanzate di produzione, di monitoraggio, di comunica- zione, si tratta contemporaneamente di rive- dere e ripensare i processi, di dare una svolta e un cambiamento al mindset di un’intera strut- tura produttiva. Il cambio di passo si ottiene solo attraverso un ripensamento delle attività di tutta l’azienda nel suo complesso. È ovvio che nuove tecnologie di advanced automation piuttosto che il cloudmanufacturing o l’additive manufacturing necessitano di professionalità specifiche, ma con l’adozione di specifiche tec- nologie avanzate deve crescere in senso digitale tutta l’organizzazione aziendale. L’imprenditore deve riconsiderare i processi della sua impresa e deve far crescere tutti i componenti dell’azienda in modo omogeneo. Il change management che si attua con l’acquisi- zione di nuove tecnologie digitali non impatta solo sulla produzione. Se è automatico pensare al coinvolgimento della logistica o dei servizi ge- nerali, la transizione digitale deve appassionare tutta l’azienda indipendentemente dal ruolo e, permettetemi, dall’anzianità aziendale. Il cambiamento digitale, soprattutto nelle PMI, ma non solo, è impegnativo ma coinvolgente. L’impresa anche se maggiormente digitalizzata resta un organismo vivente composto da un gruppo di persone che insieme producono e con la digitalizzazione lavoreranno anche me- glio. Posto che vengano messi nella condizione di conoscere, capire, e quindi di conseguenza evolversi e partecipare allo sviluppo. La formazione non è un costo, è un investi- mento. Un investimento che darà frutti migliori se usato diffusamente. ILMERCATO DEL SOFTWARE CON LA PANDEMIAHA PERSOVIGORE PER POI RIPRENDERLO, SEGNO CHE LE IMPRESE CREDONO NELLA TRANSIZIONE DIGITALE…MA SI DEVE INVESTIRE IN FORMAZIONE Vitaliano Vitale Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

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