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GENNAIO-FEBBRAIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 435 | 93 apacità, talento e altruismo: è una storia di rivincita quella di Ivo Boskoski, di origine mace- done ma italiano di adozione, sposato con tre figli. “La mia formazione comincia nel ‘99 quando mi iscrissi a Me- dicina a Skopje, in Macedonia. Sebbene all’epoca Internet non fosse come è oggi, mi aveva co- munque permesso di conoscere altre Università e realtà, più sti- molanti, sebbene distanti. Così cominciai a sognare. Volevo fare le cose ‘in grande’. Dopo due anni di Medicina a Skopje, e prima dell’iscrizione al terzo anno, feci richiesta all’amba- sciata italiana per iscrivermi a Medicina a Perugia. La richiesta venne accolta. Arrivai in Italia a settembre del 2002, due giorni prima degli esami di ammis- sione. Li superai e iniziai il mio percorso in Italia. Mi furono ri- conosciuti gli esami sostenuti e fui ammesso al terzo anno. Fu gioia pura. Questo evento ‘spinse un gran vento nelle mie vele’. Vinsi anche la borsa di stu- dio. Studiavo 17 ore al giorno. Volevo diventare endoscopista e chirurgo. Cominciai a frequentare il reparto di chirur- gia e l’unità di endoscopia a Perugia e lo feci per tre anni. Dopo la laurea, a ottobre del 2005, e dopo tre anni di reparto, mi fu detto di non provare a entrare in specializzazione perché i posti erano già assegnati e per me non c’era speranza. Fu la mia più grande de- lusione. Ero impotente di fronte a questo. Allora decisi di provare chirurgia a Terni. Il professore mi ricevette alle 21 di sera e mi congedò con una frase: “Domani alle 6 in reparto”. Era dicembre. A giugno dell’anno seguente mi scadeva il permesso di sog- giorno e dovevo per forza entrare in una scuola di specializzazione. Per non rischiare mi ero iscritto anche a un corso di tedesco, per avere un’alternativa, la Germania. Chiedendo in giro e cercando su Internet seppi che il migliore endoscopista chirurgo italiano era Guido Costamagna, professore del Gemelli di Roma. Alle 11 del mattino del 10 febbraio del 2005 bussai alla sua porta. Ormai non avevo più nulla da perdere. L’al- ternativa era la Germania. Mi disse che prima avrei dovuto provare a entrare a Gastroen- terologia al Campus Biomedico. Se fossi entrato lì, mi avrebbe preso con sé in Endo- scopia al Gemelli. E così fu”. Quale fu il suo percorso al Gemelli? “Al Ge- melli mi sono sempre occupato di endosco- pia operativa, in particolare di endoscopia bilio-pancreatica. Ho imparato la metodica di Colangio-Pancreatografia Retrograda Endo- scopica (Ercp) dal migliore team a livello glo- bale. Poi l’ho insegnata a tantissime persone in giro per il mondo e soprattutto presso il centro di training europeo che si trova nel campus dell’Università Cattolica”. Come è proseguito il suo percorso? “Nel 2010 ho inventato il Boskoski-Costamagna Ercp Trainer, che è un modello per l’inse- gnamento della Ercp, appunto. Oggi questo modello viene impiegato in tantissime Uni- versità in giro per il mondo, e si trova nelle linee guida per l’insegnamento della meto- dica. A oggi vi sono numerose pubblicazioni e capitoli di libri che ne parlano. In ambito universitario l’insegnamento delle tecniche avanzate in endoscopia digestiva è la parte che mi appassiona di più. E in generale, mi piace insegnare tutto quello che coinvolge la strumentazione ad alta tecnologia”. Di cosa si sta occupando? “Oggi mi occupo, fra l’altro, di endoscopia bariatrica, cioè di procedure endoscopiche mininvasive per la riduzione dello stomaco in persone obese. Faccio parte di numerosi board di ricerca, editoriali e di linee guida internazionali. Da un mese ho introdotto come sperimentatore principale l’endoscopia robotica per l’obe- sità. Si tratta di una strumentazione con altis- simo grado di automazione, che si introduce attraverso la bocca. Una volta posizionata nello stomaco, vi è un robot che fa tutto da solo attraverso un solo pulsante, cioè cuce lo stomaco nei pazienti obesi. Altri progetti che sto svolgendo sono nel campo delle cellule staminali mesenchimali che, dopo riprocessione, usiamo per la chiu- sura di fistole in pazienti con problematiche molto complesse. Per il momento abbiamo ottenuto risultati inaspettati e positivi, tanto è che questo tipo di ricerca è stato pubbli- cato su ‘Gastrotenterology’ (rivista con altis- simo impact factor). Recentemente poi ho conosciuto un gruppo di fisici italiani e internazionali che hanno sviluppato una fibra ottica per la diagnosi in tempo reale su qualsiasi tipo di tessuto. Insieme stiamo sviluppando un prototipo per uso clinico. Complessivamente, tutto quello che svolgo a oggi è nell’innovazione, soprattutto nel campo delle biotecnologie innovative dentro studi sponsorizzati oppure promossi da me in prima persona, oppure dai diversi gruppi di ricerca con i quali lavoro”. Cosa si aspetta dal futuro? Direi che negli anni ho fatto tesoro di quel ‘qui non c’è posto per te, né oggi né mai’, che rimbomba nella mia mente ogni volta che trovo un ostacolo insuperabile. Nei momenti di difficoltà cerco sempre dentro di me il ragazzo sognatore, che vent’anni fa voleva fare le cose in grande e che spesso ancora oggi mi viene in aiuto”. Chapeau, dottor Boskoski!! C Lucilla La Puma AUTOMAZIONE OGGI TECH BOYS AND GIRLS

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